MALATTIE FISIOLOGICHE

 

Abbiamo ricordato in precedenza che le piante non possono nascere, crescere e fruttificare se non in determinate condizioni d’aria, umidità, temperatura e luce, e, non essendo dotate di moto, richiedono inoltre la presenza nell’ambiente in cui vivono di tutte le sostanze necessarie alla loro nutrizione.

 

Se tutte queste condizioni sono realizzate, le piante crescono sane e vigorose, diversamente mancando l’equilibrio fisiologico necessario alla loro vita le piante si ammalano e muoiono.

 

Molteplici sono le cause di squilibrio fisiologico.

 

  • Difetti di nutrizione. — L’insufficienza nel terreno degli elementi nutritivi, la deficienza o l’esuberanza di alcuni di essi, arrecando squilibrio nutritivo, provoca nelle piante anomalie di sviluppo quali l’eccessivo allungamento del legno, la deficiente consistenza del medesimo; la mancanza della fruttificazione, ecc. La penuria delle sostanze nutritive indispensabili costringe gli alberi ad un vegetazione stentata e rachitica per cui le piante periscono presto per esaurimento. 

    Per evitare simili inconvenienti necessita aggiungere al terreno i concimi mancanti, o meglio bagnare le piante con soluzioni apposite di concimi chimici. Quando è possibile, in giardinaggio, si usa cambiare la terra sostituendola con del nuovo terriccio.

     

    La eccessiva concimazione provoca anch’essa squilibrio di vegetazione e possibile perdita delle piante. Vedasi capitolo sui concimi.

     

  • Clorosi. — Molte volte le foglie assumono un colore giallognolo verdastro, specie nei terreni calcari o troppo umidi, accompagnati da un deperimento generale della pianta, questo stato anormale di vegetazione è detto clorosi. Essa si cura annaffiando la pianta con una soluzione al 10-20% di solfato di ferro, oppure drenando il terreno, se la clorosi è causata da troppa umidità; se invece è causata da eccessiva presenza di calce nel terreno è buona norma sostituire al medesimo del terriccio speciale o terricciato comune giusta le esigenze delle piante cui trattasi. 
  • Aerazione. — Abbiamo già visto che ogni pianta ha bisogno d’aria per vivere. Così come le radici che senza aria sufficiente s’ammalano e periscono unitamente alla pianta. Il terreno sia quindi bene aerato, con drenaggio e con ripetuti lavori colturali, segnatamente se è terreno compatto. Specialmente nei terreni compatti non bisogna piantare profondo; il colletto delle piante deve essere sempre a livello del terreno così che le radici « sentano il suono delle campane », come suggerisce un’antica norma di tecnica agraria. Se l’aria non circola nel terreno le radici imputridiscono e muoiono per marciume radicale.
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  • Umidità. — Gli elementi nutritivi che le piante assorbono sono diluiti nell’acqua, quindi per nutrirsi hanno bisogno di assorbirne una grande quantità. Se l’acqua scarseggia conseguentemente diminuisce la nutrizione e la pianta deperisce sino a morire se la siccità persiste ; quindi fare abbondanti annaffiature. 

    L’eccesso di umidità è pure pernicioso favorendo il mar-cium e radicale. Si rimedia a questo inconveniente mediante un buon drenaggio.

    Anche le piante coltivate in vaso soffrono l’eccessiva umidità, si sorvegli pertanto che l’acqua delle annaffiature scoli bene dal fondo forato dei vasi, rinnovando, se necessita, il drenaggio o rinvasando con terriccio nuovo.

     

Indice:

AGENTI ATMOSFERICI

 

    • Umidità atmosferica. — L’aria eccessivamente secca o troppo umida arreca inconvenienti simili a quelli descritti nel capitolo precedente. 

      L’eccesso di umidità atmosferica favorisce inoltre lo sviluppo delle malattie crittogamiche che compromettono il raccolto di molte colture: vite, patate, pomodori, ecc.

 

  • Calore. — Il calore è indispensabile alla vegetazione, ma dev’essereintegrato da proporzionate aliquote di umidità e di luce.

     

    L’eccesso di caldo secco arresta la vegetazione, provoca la bruciatura delle foglie, dei fiori e dei frutti. Specialmente nelle stufe si deve prevenire « il colpo di calore » con ripari adeguati e con frequenti spruzzature d’acqua.

     

  • Freddo. — Il freddo e il gelo sono nocivi quanto l’eccessivo calore.
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    L’azione deleteria del gelo è dovuta alla disorganizzazione dei tessuti che una volta intaccati muoiono; si prevengono i danni del gelo facendo uso per le piante delicate in piena terra di stuoie, paglia, foglie, ecc. Operazione codesta che deve essere fatta per tempo. Le piante in vaso si ritirano in tepidario o stufa verso la metà di ottobre.

     

    Le gelate tardive sono particolarmente dannose alle piante già in vegetazione e specialmente agli alberi da frutto (gelate di marzo, aprile, maggio).

     

    Si prevengono gli effetti dannosi di queste gelate coprendo le piante con involti, pagliazzoni, ecc.

     

  • Luce. — La luce è uno degli elementi che ha grandissima importanza nella vita dei vegetali. La sua intensità e durata influisce grandemente sullo sviluppo, sulla fioritura e sulla bontà e sapidità delle frutta. 

    Comunque anche la luce dev’essere proporzionata alle esigenze delle singole piante e l’eccesso è dannoso quanto lo è la mancanza.

     

    Le piante che esigono l’ombra o la penombra esposte alla piena luce deperiscono e muoiono. Quelle che abitualmente prosperano a pieno sole se abituate a luce ridotta, esposte repentinamente al sole soffrono e i tessuti più delicati essiccano. Necessita quindi equilibrare l’intensità della luce secondo le diverse esigenze delle piante.

     

  • Le ferite. — Le ferite di qualunque natura possono essere veicolo di malattie. Dalle ferite infatti s’introducono i germi parassitari che danneggiano le piante; esempio: il cancro delle pomacee.
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    I tagli delle potature devono pertanto essere fatti in direzione obliqua con strumenti affilati e puliti perchè abbiano a cicatrizzare presto e facilmente. Le grandi ferite di qualsiasi natura, si devono bagnare con una soluzione all’uno per cento di solfato di rame; quelle di maggior ampiezza vanno inoltre coperte con mastice o catrame.

     

MALATTIE PARASSITARE

 

Cosa sono le malattie parassitane: le malattie parassitane sono quelle dovute a parassiti animali o vegetali, che si nutrono a spese dei vegetali e causano disordini più o meno gravi nonché la perdita totale o parziale del raccolto e a volte della stessa pianta.

 

Le malattie parassitarle vegetali, dette crittogamiche, sono cagionate da funghi microscopici che si sviluppano di preferenza nelle giornate calde ed umide. Moltissime sono queste malattie e si devono combattere preventivamente, appena ci si accorge della loro comparsa.

 

Per combattere dette malattie vi sono attualmente in commercio tre categorie di antiparassitari vegetali con una gamma di prodotti sempre in continuo sviluppo e nuovi; per renderne facile la scelta si possono dividere in tre categorie, cioè:

 

 

 

 

    • a) Cuprici a base di solfato di rame comune e di sali rameici quali antisporal Sipcam, azuran, polvere Caffaro, ecc. ;

 

 

  • b) Acuprici cioè privi di sali rameici; sostituiscono questi efficacemente e la loro composizione è a base di ditiocarbammati di zinco, di ziram o T.M.T.D. come Aspor, Vitene, Vitex, Frutene, Zimar T.M.T.D. ecc. 
  • c) Acuprico-rameici cioè prodotti misti di sali rameici e acuprici come Antir, Cuprozim Caffaro ecc. ecc. 

    Le malattie più note combattute da questi prodotti sono:

     

  • Le peronospore. — Le peronospore attaccano moltissime piante e si
    sviluppano generalmente nelle spara viticola: foglie e grappolo intaccati, foglie nelle nuove vegetazioni, ed anche nei tuberi di alcune piante nonché nei frutti. 

    Molte sono le forme di peronospora e tutte dannose. La malattia si riconosce con la deformazione delle parti attaccate e con la comparsa di una specie di ragnatela fìtta e bianchiccia sulla pagina inferiore delle foglie o sulle altre parti attaccate.

     

    La comparsa della peronospora sulle foglie della vite provoca macchie di colore giallastro dette macchie d’olio. Tutte le peronospore si devono prevenire con irrorazioni di poltiglie ramate all’1-2% (solfato di rame kg 1-2, calce spenta kg 1, acqua kg 100; o polvere Caffaro kg 1, acqua 1 100) o con uno dei prodotti acuprici o misti sopra elencati. Ottimi risultati si ottengono con solforazioni ramate per combattere contemporaneamente oidio e peronospora (zolfo kg 10, polvere Caffaro kg 1,500).

     

     

     

     

     

  • Le ruggini. — Le ruggini sono prodotte da funghi microscopici di
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    diversi generi, attaccano specialmente le foglie di molte piante e si manifestano sotto forma di piccole macchie o punti di colore giallo ocra (color ruggine) . Le infestazioni di ruggine avvengono generalmente durante i mesi di maggio e giugno. Il pero, il melo, nespolo, rose, garofani e cereali in genere sono facilmente attaccati dalla ruggine. Le ruggini più che combattute, vanno prevenute con irrorazioni

     

    ramate (poltiglia bordolese) al 3-4% oppure polvere Caffaro al 3% durante l’inverno e con altre fatte in primavera-estate con dose attenuata all’i% oppure con prodotti a base di T.M.T.D.

     

  • L’exoascus. — L’exoascus, specie quello che attacca il pesco (bolla del pesco), cagiona danni gravissimi. Si riconosce per la deformazione delle foglie che assumono forma crespata, ondulata irregolarmente, carnosa e fragile, nonché colore giallo sbiadito e rossastro. 

    Contro la diffusione dell’exoascus si consiglia di raccogliere e bruciare tutte le foglie ammalate, nonché di applicare alle piante ripetute irrorazioni ramate con polvere Caffaro al 0,7%, ripetendo i trattamenti durante la primavera-estate. A primavera, prima che la pianta inizi la vegetazione e in pieno inverno con un trattamento di poltiglia bordolese al 3-4%.

     

  • Tela 0 peste dei semenzai. — Con questo appellativo volgare ci si riferisce alla infestazione nei cassoni, semenzai, letti caldi o nelle stufe dei funghi parassitari della Thielavia basicola, deìYOpidium brassicae, del Phythium De-Baryanum e infine della Aiternaria tennis, che arrecano nei semenzai in genere danni considerevoli alle giovani piantine del tabacco, della barbabietola, dei cavoli, delle piante ortensi e da giardinaggio. 

    In sostanza la moria delle piantine è dovuta al micelio dei funghi che invade i tessuti delle radici distendendosi poi in numerosi e sottili cordoni esterni che si diffondono attraverso il terreno e propagano la malattia da pianta a pianta. Date le condizioni in cui prosperano dette malattie favorite dall’ambiente fertile, caldo e umido per distruggere il fungo nel terriccio dei semenzai, si usa scaldare nel forno o sopra lamiere di bandone a 70-100 °C la terra degli stessi semenzai, oppure sterilizzare il terreno con solfuro di carbonio e, più praticamente, con una soluzione di formaldeide molto diluita o solfato di rame all’1%. Si riesce facilmente a prevenire il mal della tela irrorando la superficie dei semenzai con amicina o altri prodotti similari.

     

  • Il mal bianco (oidio). — Col nome di mal bianco si distingue una serie di funghi simili alle peronospore che danneggiano molte piante ornamentali e fruttifere: rose, crisantemi, quercia, vite, evonimo, pesco, ecc.
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    Il mal bianco si manifesta con un rivestimento grigio pulverulento sulle foglie, sui frutti e sulle giovani vegetazioni, delle quali impedisce il normale sviluppo e ne provoca grave deperimento.

    Ivo si cura con trattamenti a base di zolfi sia polverulenti che bagnabili come Tiosol, ecc.

     

  • Le borracine ed i licheni. — Molte borracine e licheni si sviluppano
    sul tronco e sui rami delle piante. Sono favorite dalla cattiva esposizione, umidità ed incuria.
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    Si puliscano le piante attaccate, raschiandole con spazzola metallica o guanto Sabatè, preferibilmente in giornate umide, e si irrorano poi rami e tronchi con una soluzione di acqua di calce e solfato di ferro al 4%, o meglio con un buon antiparassitario per trattamenti invernali; fra i tanti sono raccomandabili: il Fitodrin, il Neodendrin, il Super-antiparasit, il Tiobar, ecc.

     

  • Cure preventive contro le malattie parassitarie. — Tutte le malattie crittogamiche si devono sempre prevenire.
  • Il giardiniere che deve conoscere per pratica le caratteristiche di alcune di queste malattie del giardino, frutteto ed orto, non deve attendere che si manifestino ma deve prevenirle con irrorazioni adeguate, perchè è sempre facile evitare la loro comparsa ma difficile combatterle e il più delle volte è troppo tardi per evitare la perdita del raccolto.

     

    È pure buona norma lavare con poltiglia bordolese (solfato di rame 1%, calce 1%) o con polvere Caffaro pure all’1%; cassoni, vetrate, nonché il terreno; le tavolette della stufa le pareti ed i sentieri almeno una volta airanno. Si evita così

     

    lo sviluppo di molte malattie favorite dall’ ambiente caldo umido e dal ripetersi delle medesime colture nello stesso terreno e locale.

     

     

PARASSITI ANIMALI (Insetti nocivi).

 

Gli insetti nocivi alle piante sono numerosissimi, citeremo solamente i più comuni e i relativi mezzi per combatterli.

 

 

 

    • Le cocciniglie. — Le cocciniglie danneggiano le piccole piante coltivate in vaso come i grandi alberi in piena terra, non risparmiando parte alcuna: infatti attaccano i frutti, le foglie, i rami, i fusti e persino le radici.

 

Le cocciniglie sono insetti succhiatori. Le femmine che arrecano i danni maggiori, sono protette da uno scudetto ceroso e vivono fissate su tutte le parti della pianta succhiando, con speciale apparato boccale, i succhi vegetali e costringendo le parti attaccate a deperire per deficienza di linfa.

 

 

 

Si combattono ripulendo le piante, fusti e rami, con spazzole di filo di acciaio, irrorando le piante medesime con apposite soluzioni insetticide, specialmente verso primavera prima che sboccino le gemme. Per le piccole piante in vaso il mezzo più spiccio e sicuro è lavarle con una piccola spugna imbevuta di soluzione di nicotina o altro insetticida efficace a base di olio minerale emulsionato. In questo modo si distruggono nelle stufe molti altri insetti come : Acari, Trips, ecc.

 

Per gli alberi ad alto fusto in piena terra si adoperano insetticidi più energici quali: il Coccidol (olio minerale emulsionato), il Fitodrin, il Neodendrin, il Tiobar, ecc., irrorando prima che si muova la vegetazione e nel tardo autunno quando essa è finita.

 

 

  • Gli afidi. — Moltissime sono le qualità di afidi, detti comunemente pidocchi o gorgoglioni, e danneggiano piante di ogni genere, succhiando a mezzo di un rostro speciale i succhi vegetali per cui le parti attaccate, che sono sempre le più tenere, intristiscono e a volte seccano. 

    Sono distrutti facilmente con irrorazioni di sapone nero al 2% o con estratto di tabacco all’i%, oppure con Nicol, Monital, ecc. o meglio ancora con soffiettature di Tiogamma in polvere.

     

     

     

     

  • L’afide lanigero. — L’afide lanigero o pidocchio sanguigno del melo è

    di colore rossiccio ed è ricoperto da una specie di lanuggine bianca e cerosa. Fissa il rostro nei rami che per queste punture si crespano e si ulcerano deformandosi. Oltre i rami e il fusto attacca anche le radici superficiali. Le piante perdono così il vigore naturale, deperiscono ed infine muoiono.

     

    Il pidocchio sanguigno si combatte d’inverno irrorando il fusto, rami e

    radici superficiali, debitamente scalzate, con

     

    Tiogamma al 5% oppure Coccidol al 2% o Fitodrin, o Neo-dendrin al 5-6%; oppure con una soluzione così composta: sapone nero kg 1, petrolio kg 1, acqua kg 19.

     

    Buoni risultati nella lotta contro l’afide lanigero si ottengono dalla diffusione deirAfelino del melo, che depone le uova nel corpo dello stesso afide e che si nutre del medesimo. Richiedere i rametti afelinizzati agli Osservatori per le malattie delle piante.

     

  • Bruchi e larve. — I bruchi detti volgarmente gatte o gattine sono le

    larve delle farfalle. Larve però sono anche quelle di altri insetti e delle mosche, e di queste ultime alcune sono dannosissime, come del resto lo sono i bruchi di moltissime farfalle e che allo stato perfetto (cioè farfalle) si distruggono con relativa facilità.

     

    Uno strumento che serve egregiamente all’uopo per catturare le farfalle notturne è Y Insectociod costituito da una lampada a fiamma di petrolio o di carburo e da un aspiratore elettrico la cui tromba termina in un recipiente di capacità variabilissima. Viene usato nei vigneti e nei frutteti durante le notti serene per la cattura delle tignole in genere e di altri insetti notturni. Vedasi più avanti.

     

     

     

     

    Fra i bruchi più dannosi annoveriamo: la Carpocapsa pomonella e il verme

    delle mele e delle pere ; la Conchilis ambi-guella e la Policrosis botrana o tignole dell’uva; la Tignola orientalis; la Eu-proctis crisorrhaea, la Prais oleaellus o tignuola dell’olivo; la Carpocapsa del castagno; la Cavolaia; la Lymantria dispar; il Bombice gallonato, ecc.

     

    Fra le mosche particolarmente dannose all’agricoltura, ricorderemo: la Rhagoletis Cerasi; l’Hoplocampa brevis; il Dacus oleae; la Ceratitis capitata; la Contarinia pirivora, ecc.

     

    Altre larve di piccoli insetti danneggiano piante svariatissime e citeremo ad esempio alcuni curculionidi : Sigaraio della vite o Rynchites betuleti; Rynchites cupreus delle prugne; Rynchites auratus dei peri, meli e ciliegi; Rynchites caeru-leus o punteruolo delle gemme degli alberi fruttiferi; Rynchites cribipennis che arreca danni considerevoli ai frutti dell’olivo e il Rynchites bacchus o punteruolo del melo, ecc.

     

     

     

     

     

     

  • Il maggiolino. — Il maggiolino, da tutti conosciuto, arreca grandi danni allo stato perfetto divorando le foglie delle piante, e segnatamente allo stato di larva (verme bianco o cagnotto) divorando le radici. 

    La distruzione di queste larve deve essere assidua ed accurata. Allo stato perfetto la sua distruzione riesce facile, se fatta alla mattina per tempo, mettendo dei teloni sotto le piante che si scuotono ; essendo gli insetti intorpiditi dal freddo della notte, cadono facilmente e possono essere raccolti prima che prendano il volo, per utilizzarli come concime. Oppure irrorando le foglie delle piante infestate con una soluzione di kg 0,500 di arseniato colloidale di piombo o di kg 1 di arse-niato di calcio in 100 1 d’acqua.

     

     

     

    È buona norma disinfettare il terreno onde distruggere le larve e altri insetti dannosi con prodotti a base di Iyindano (Isomero gamma deirEsaclorocicloesano) come Tiogamma inodoro, Geogamma ecc.

     

  • Il grillotalpa. — Il grillotalpa (zuccaiola o gambero di terra) è anch’esso uno degli insetti molto dannosi. Al medesimo va data una caccia spietata. Il mezzo più efficace per distruggerlo consiste nel seminare sul terreno infestato della risina o del granoturco rotto trattati con fosfuro di zinco in ragione di g 20 per ogni chilogrammo di esca preventivamente inzuppata d’acqua in ragione del 25%. I trattamenti si eseguiscono di sera preferibilmente con tempo sereno o dopo una pioggia o irrigazione, da maggio a tutto settembre.

     

     

     

     

     

    Il fosfuro di zinco essendo molto velenoso va usato con precauzione e gli animali domestici, specialmente i volatili, dovranno essere allontanati dalla località. In commercio si trovano esche avvelenate già pronte per l’uso quali il Ver-derin, il Fluoris, il Risuro, ecc.

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IMPIEGO DEGLI INSETTICIDI CONTRO I PRINCIPALI INSETTI DANNOSI

 

La lotta contro gli insetti che comunque danneggino le colture agrarie da frutto oppure ornamentali non è solamente un interesse personale, in qualche caso, l’intervento contro alcuni parassiti è imposto dalla legge nell’interesse comune (v. Dorifora della patata).

 

Contro tutti gli insetti dannosi i mezzi chimici oggi disponibili assumono un’importanza capitale ed è appunto a questi preparati che il giardiniere intelligente deve ricorrere, con discernimento, se vuole ottenere risultati positivi.

 

Capita spesso di udire lamentele nei confronti del tale o tal altro farmaco per la sola ragione che i medesimi non furono applicati in tempo utile oppure venne usato un veleno per ingestione laddove necessitava un veleno per contatto o viceversa. Perciò, è della massima importanza, che l’operatore impari a conoscere come vanno combattuti i parassiti in genere e come e quando vanno applicati i farmachi adatti.

 

  • Divisione degli insetti. — I parassiti animali si distinguono per le loro caratteristiche e per i danni che arrecano nella seguente sommaria classificazione :
  • a) Insetti masticatori (bruchi), provvisti di mandibole con le quali rodono o brucano foglie, fiori o radici.

 

  • b) Insetti succhiatori (afidi e cocciniglie), provvisti di speciale rostro boccale con cui succhiano la linfa vegetale.

 

  • c) Insetti lambitori (mosche, tentredini), tutti quelli che per quanto sprovvisti di rostro, lambiscono i succhi vegetali con la lingua.

 

  • Contro gli insetti appartenenti al gruppo a) dei masticatori si devono impiegare farmachi che, avvelenando le parti di cui si nutrono i medesimi, agiscano per ingestione (arse-niati e arseniti). Appartengono ai roditori o masticatori: il maggiolino, le tignuole in genere, le pieridi, le falene defogliatrici, la dorifora della patata, ecc. I veleni si distribuiscono sotto forma di soluzioni in acqua oppure in polvere, irrorate o soffiettate sulle parti vegetali più comunemente appetite dagli insetti, che cibandosene muoiono in breve tempo.

 

    • Al secondo gruppo b), succhiatori, appartengono tutte le diverse specie di pidocchi o afidi o gorgoglioni, i coccinel-lidi, le cimici, gli acari, ecc. Per la distruzione di essi si impiegano sostanze che agiscono per contatto e per asfissia, quali la nicotina, la quassina, i saponi, i prodotti modernissimi (vedasi « Breve guida alla lotta antiparassitaria » a pag. 480) e per ultimo il Tiogamma che si è rivelato il più potente aficida oggi in commercio e che uccide per contatto, per asfissia e per ingestione anche tutti gli altri insetti coi quali possa venire a contatto diretto. Fra i farmachi che agiscono per asfissia penetrando negli organi della respirazione citiamo le soluzioni saponose di petrolio e le sostanze grasse. Altri farmachi agiscono per azione caustica o corrosiva dissolvendo e disorganizzando il corpo degli insetti coi quali viene a contatto : il Tiobar, il Polisolfuro di calcio, il Coccidol, il Fi-todrin, il Super antiparasit, il Neodendrin, ecc. Questi sono particolarmente usati contro le cocciniglie nella lotta invernale quando le piante sono a riposo.

 

  • Al terzo gruppo c), lambitori, appartengono le mosche ed alcune piccole vespe. Per questi insetti servono i veleni che agiscono per ingestione come per i bruchi. Cibandosi essi con la lingua assorbono e lambiscono sostanze liquide, per lo più zuccherine, che si trovano naturalmente sulle piante, quando alla soluzione arsenicale si aggiunge, per meglio attirarli, una sostanza dolce quale la melassa (1-2%) che si distribuisce sulla pianta con una pompa irroratrice a getto polverizzatore.

 

 

 

 

Sono pure in commercio fitofarmachi che alle proprietà insetticide uniscono quelle anticrittogamiche cioè contro le malattie fungine che infestano specialmente le piante da frutta. Questi preparati sono noti sotto il nome generico di Antiparassitari. Diremo avanti del loro uso. Fra i più importanti insetticidi per ingestione ricordo i seguenti:

 

 

 

  • Arseniato di piombo. — È un insetticida potente, largamente usato per combattere tutti gli insetti che rodono le foglie, i fiori, le gemme e i frutti delle piante legnose ed erbacee. Si presenta sotto forma di una polvere bianca finissima, contenente il 31-32% di anidride arsenica. Ottimo è Tarseniato di piombo colloidale contrassegnato dalla marca « Drago ». 1/arseniato di piombo si usa nella dose di kg 0,5% di acqua o di poltiglia ramata e si distribuisce con le comuni pompe irroratrici (meglio se fornite di agitatore), possibilmente durante giornate calde e soleggiate, cercando di bagnare abbondantemente tutte le parti verdi delle piante. 1/arseniato può essere sostituito vantaggiosamente dai nuovi prodotti o dal Tiogamma, che non sono pericolosi ma altrettanto micidiali (vedasi « Breve guida alla lotta antiparassitaria » a pag. 480).

 

Per la preparazione delle poltiglie è bene spappolare dapprima l’arseniato di piombo, in poca acqua e versare poi il tutto nella quantità occorrente di acqua semplice o di poltiglia ramata agitando con cura.

 

1/arseniato di piombo è particolarmente usato per la distruzione di tutti gli insetti roditori o masticatori. È raccomandabile nella frutticoltura e giardinaggio perchè non arreca alcun danno alle piante, anche le più delicate. Contro il Verme delle mele e delle pere, la Tignola del melo, la Tentredine delle perine e delle susine ed i bruchi in genere, le irrorazioni con arseniato di piombo si devono effettuare nelle epoche seguenti :

 

 

  • trattamento: alcuni giorni prima della fioritura;

 

 

 

  • alla caduta dei petali prima che il calice si chiuda (molto importante) ;

 

 

 

  • da dieci a quindici giorni dopo il secondo;

 

 

 

  • verso la fine di giugno, prima metà di luglio, e cioè al momento in cui avviene il massimo sfarfallamento della terza generazione annuale delle tignole e Carpocapse. Si usino, preferibilmente, irroratrici a forte pressione e a getto finissimo.

 

 

Contro la Mosca delle ciliegie si usa la seguente miscela: Arseniato di piombo kg 4,5, melassa kg 3, acqua 1 100; i trattamenti si eseguiscono:

 

    • quando i frutticini sono della grossezza di un pisello ;

 

    • una decina di giorni dopo il primo trattamento;

 

  • due settimane dopo il secondo.

 

Le irrorazioni si devono effettuare a pioggia, con getto a spillo usando circa mezzo litro di soluzione per ogni pianta normale e per irrorazione.

 

Contro il Verme delle noci si rendono necessari due trattamenti dalla fine giugno in poi a quindici giorni d’intervallo l’uno dall’altro.

 

Contro il Maggiolino (insetto perfetto) e tutti gli altri insetti brucatori delle foglie, dei fiori e dei frutti, i trattamenti devono essere iniziati al primo apparire degli insetti e ripetuti all’occorrenza.

 

Contro le Tignole dell’uva (Conchilis e Policrosis) che hanno, come è risaputo, due generazioni la Conchilis e tre la Policrosis, si usano pure le irrorazioni arsenicali. Contro la prima generazione nella dose di g 500-600 per ettolitro d’acqua e, dato che l’epoca dei trattamenti coincide con quella della lotta antiperonosporica, è sempre conveniente abbinare l’arseniato alle comuni poltiglie ramate. Condizione essenziale è che il rimedio sia applicato al momento opportuno; un ritardo, anche di pochi giorni, può compromettere il risultato della lotta.

 

Sono consigliabili tre trattamenti; il primo ai primi di maggio quando di sera, per le vigne, si vedono volare numerose farfalline; il secondo circa dieci giorni dopo il primo. Verso la fine di luglio o ai primi di agosto, e ciò dipende dalla temperatura media stagionale, si dovrà compiere la lotta contro la seconda generazione, per la quale, sono sconsigliabili i sali arsenicali avvicinandosi la maturazione di alcune uve. Si impiegheranno quindi insetticidi per contatto non velenosi all’uomo quali l’estratto di tabacco, la polvere di piretro, il Tiogamma e prodotti similari.

 

Gli insetticidi arsenicali sono fortemente velenosi e debbono essere usati e conservati con le dovute cautele; perciò si evita di somministrarli alle piante direttamente commestibili e ai frutti che siano prossimi alla maturanza.

 

    • Fluoruro di bario. — Questo insetticida presenta il pregio sui precedenti, di essere praticamente innocuo per l’uomo e per gli animali domestici, pur essendo tossico verso gli insetti, quanto i temuti sali arsenicali.

       

      Si usa nella dose di kg 1 per ettolitro d’acqua contro gli stessi insetti che si combattono con l’Arseniato di piombo e di calcio. Il Fluoruro di bario non deve essere mescolato ad altri insetticidi o alle poltiglie ramate.

 

  • Esche avvelenate. — Sempre fra gli insetticidi per ingestione ricorderemo le seguenti esche avvelenate:

     

  • Verderin: è risina avvelenata al 5% di verde arsenicale Caffaro; si sparge a mano, senza interrarlo, dall’aprile all’ottobre sui terreni infestati dalle Grillotalpe. Lo spargimento si deve fare al tramonto e preferibilmente dopo una pioggia o una irrigazione, poiché allora le Grillotalpe si portano numerose alla superfìcie del suolo. Si usa nella proporzione di kg 2-3 per ogni mille metri di terreno.

     

    Il Verderin è velenoso. Dai campi trattati con esso, si devono tener lontani gli animali domestici e il pollame.

     

  • Fluoris, Risuro, ecc. : sono esche come la precedente ma avvelenate con Fluosilicato di bario. Queste esche, che si usano come il Verderin, hanno il grande pregio di essere praticamente innocue all’uomo, al pollame e altri animali domestici, pur essendo micidiali per le Grillotalpe.

 

Contro le Lumache, le Cavallette, le larve di Nottule ed in generale contro i vermi grigi del terreno si adoperano esche composte di crusca avvelenata al 5% di Fluosilicato di bario. Si sparge di sera, a mano, senza interrarlo sui terreni infestati e durante il periodo primaverile-estivo. Le crusche avvelenate si possono distribuire tali e quali sono poste in commercio, è però preferibile far assorbire prima dello spargimento un poco d’acqua per rammollirle e renderle così più appetite.

 

  • Insetticidi per contatto. — Fra i migliori insetticidi per contatto si ricordano i seguenti: Tiogamma, Gesarol, Nicol, Monital, Nicosan, Estratto di tabacco, ecc. (vedasi « Breve guida alla lotta antiparassitaria » a pag. 480). Questi insetticidi sono particolarmente indicati per combattere gli afidi in genere (pidocchi, gorgoglioni) delle piante da frutta, dei fiori e degli ortaggi; contro la Psilla del pero e del melo, la Trips dei garofani, le Altiche, o pulce degli ortaggi, gli Acari, ecc. 

    Si usano nella diluizione dell’i%; le irrorazioni si devono effettuare soltanto quando gli insetti sono presenti procurando di colpirli direttamente e di irrorare tutte le piante infestate dai germogli più alti alla base dei tronchi, non trascurando la pagina inferiore delle foglie e Tinterno della chioma.

     

    Gl’insetticidi a base di nicotina sono volatilizzabili, le miscele devono quindi essere preparate soltanto al momento dell’uso e le latte che li contengono devono essere conservate ermeticamente chiuse. Questi insetticidi si prestano egregiamente per la disinfezione delle stufe, dei granai, dei pollai, delle conigliere, usando le comuni pompe irroratrici.

     

  • Coccidol (olio minerale emulsionato). — È pure un energico insetticida che agisce per contatto. È particolarmente adatto per combattere le cocciniglie delle piante ornamentali e fruttifere. Per le piante da frutto si usa alla fine d’inverno, mentre per gli agrumi e per le piante ornamentali a foglie resistenti si può indifferentemente usarlo sia in inverno che in estate, sempre nelle proporzioni di due litri di Coccidol in cento d’acqua. È pure efficacissimo contro il pidocchio o Afide lanigero del melo.

     

  • Polisolfuri. — I polisolfuri sono gli insetticidi più economici e nel contempo efficacissimi per la loro azione caustica; hanno un elevato potere insetticida e funghicida.

     

    Diversi sono i preparati in commercio a base di polisolfuri (zolfo e calce) e per il loro uso occorre attenersi alle istruzioni che devono essere allegate al prodotto. Si possono usare, in diversa concentrazione, sia in inverno che in estate.

     

    I polisolfuri intaccano i recipienti di rame. Si consiglia pertanto di usare recipienti e pompe costruiti in ottone, in ferro o zinco. Le comuni pompe irroratrici dopo le irrorazioni con polisolfuri devono essere accuratamente lavate.

     

  • Antiparassitari. — Fra gli antiparassitari ricordiamo i seguenti: Fitodrin, Super-antiparasit, Neodendrin, ecc. sono tutti a base di carbolineo emulsionato ed efficacissimi per trattamenti invernali alle piante legnose in genere. Liberano le piante dagli insetti che svernano sotto la corteccia delle piante legnose, nonché dai muschi, dai licheni e dalle spore delle varie crittogame. 

    Per le piante da frutto a granella (pero, melo, cotogno) si usano le dosi di kg 6-7 in cento litri d’acqua; per quelle a nocciolo (pesco, susino, albicocco, ciliegio, ecc.) kg 4-5 per ogni cento litri d’acqua.

     

    I trattamenti antiparassitari si devono effettuare verso la fine dell’inverno, prima che le gemme incomincino ad ingrossare, in giornate asciutte, calme e a temperatura mite.

     

  • La chimica moderna ha messo in commercio una tale varietà di prodotti insetticidi e antiparassitari efficacissimi, vi è solo l’imbarazzo della scelta. Si deve fare molta attenzione nel manipolare detti prodotti essendo tossici e velenosi. 

    Attualmente l’effetto tossico in quasi tutti i prodotti è stato se non completamente eliminato ridotto in misura tale che usando un poco di attenzione non vi è più pericolo per le persone e per gli animali domestici, mentre il loro effetto è superiore a qualunque aspettativa sia come insetticidi, ovicidi, sia come durata. Generalmente questi prodotti seguono la meccanica dell’assorbimento fogliare entrando così nel ciclo della linfa e di qui la loro durata nel tempo. L’avvertenza maggiore è quella di seguire scrupolosamente le istruzioni che ogni casa dà al riguardo per ogni prodotto. Detti insetticidi sono per lo più a base di esteri fosforici e di Kelthane.

     

    Gli esteri fosforici a bassa tossicità sono efficaci per tutti gli afidi e acari che infestano le piante sia da appartamento che di pien’aria (pesco, melo ecc.) e in commercio ve ne sono tanti che vi è solo l’imbarazzo della scelta. L’unica cosa, è affidarsi a ditte serie e così essere sicuri dell’esito; si cita qualche nome come Bifos, Fac 20, Fosferno 20, Te-trafid 20 ecc. Il Kelthane è un acaricida (ragnetto rosso ecc.) per eccellenza sia per la durata e per la quasi nulla tossicità; è posto in commercio da diverse ditte come Kelthane 20, Kel. E. 20, Acatox ecc.

     

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